lunedì 30 gennaio 2012

La morte della bellezza


C’era una volta Salerno, una piccola città d’ origine etrusca. Questa città era unica nel suo genere in quanto univa secoli di storia ad un panorama eccezionale. Un giorno però il sindaco sceriffo di questa città, decise di inondare Salerno e il lungomare di cemento per “metterla al pari di altre città Europee”. Cosi iniziò la costruzione del  Crescent. Il Crescent era un emiciclo di cemento  in stile post-moderno alto circa trenta metri che sarebbe stato  posizionato nella futura piazza della libertà, tra l'arenile di Santa Teresa ed il Molo Manfredi.


Questo “casermone” avrebbe ospitato centinaia di abitazioni per ricchi, parcheggi interrati e così via. Tutto stretto nelle mani dei privati. Ma non era abbastanza,  il sindaco di questa città decise  di intervenire, facendo progettare al solito Bofill una vela-albergo alta ben 80 metri in modo, spiegò lui, da attirare  turisti da tutto il mondo. C’erano persone che non erano sicure che la vela avrebbe portato turismo, in fondo era una copia  delle più celebri vele-albergo di Dubai e Barcellona. Queste persone si chiedevano: ma quanto è costato tutto questo? Non era possibile saperlo con certezza. Quanto sarebbe costato fare piazza pulita di tutte le strutture  presenti nell'area di s. Teresa? Non era stato pubblicizzato, ma si sapeva che furono spesi milioni di euro


C’era:

1 - parcella di Bofill € 2.676.900 

2 - La demolizione dell'Hotel Jolly (I proprietari, in cambio, avrebbero ricevuto una quota dei diritti edificatori del crescent); 

3 - Il valore immobiliare degli edifici già demoliti (come l’Istituto Nautico); 

4 - L'ulteriore somma di € 10.335.874 versata dal Comune al Demanio per la riacquisizione di una parte dell'area demaniale già in suo possesso (guarda caso l'area di sedime del futuro edificio detto Crescent mq 4985), affinché togliesse il vincolo decennale di inalienabilità .


Una domanda sorse spontanea: perché uccidere la bellezza a Salerno?  Tutto questo cemento avrebbe avuto un impatto ambientale senza precedenti e sarebbe andato ad alterare per sempre uno dei luoghi più caratteristici della nostra città . Una città a modello Europeo si poteva ottenere con il calcestruzzo  e con un insensato sperpero economico? Queste persone chiedevano di valorizzare il territorio  magari con spiagge attrezzate e mare pulito e impegnandosi realmente per le infrastrutture che erano carenti o del tutto assenti. Purtroppo  valorizzare non avrebbe reso come un albergo o un condominio extra-lusso; questa era, ed è la triste realtà.
E’ più semplice rendere effimera la bellezza anzichè valorizzare la città.
Noi non siamo nemici della modernità, e nemmeno vittime di un nichilismo passivo.
Noi vogliamo valorizzare la nostra città e lottiamo per questo.


Piero Giacalone






venerdì 27 gennaio 2012

Qualcuno era comunista...


Comunismo è passione, determinazione e cultura. In un momento come questo, dove persino gli economisti liberisti riscoprono Marx, apre un blog fieramente comunista.
Un’ idea ambiziosa, ma modesta allo stesso tempo. Modesta perché la realtà che ci circonda e che cercheremo di raccontare è la realtà di Salerno. Una Salerno periferica, lontana sia fisicamente che ideologicamente dalle luci d’artista di Vincenzo De Luca. Un’ idea ambiziosa, perché ciò che ci spinge è una convinzione: I comunisti avevano ragione e noi, nel nostro piccolo, vogliamo essere gli eredi di quel pensiero. Grande quindi è l’idea che ci spinge, oltre che ragionevole. Sempre con un occhio al cielo, ascoltando, camminando, domandando, vi racconteremo questo angolo di Italia e le storie che lo percorrono. Vi parleremo di tutto ciò che materialmente ci tocca. Tutte quelle piccole distorsioni che, siamo convinti, siano frutto di un sistema malato, oltre che di persone in mala fede.
Faremo questo, senza dimenticare che c’è un altro mondo fuori, ma ricordando anche che un altro mondo è possibile.

Hasta la victoria